perché sterilizzare il gatto

Perché devo sterilizzare il mio gatto o la mia gatta?

È giusto fare sterilizzare il mio gatto o la mia gatta? La risposta che viene da più parti è sì. Anche l’ENPA – l’Ente Nazionale Protezione Animali – consiglia vivamente la sterilizzazione. La ritiene anzi “una scelta etica e responsabile. Un atto d’amore e rispetto verso gli animali, verso chi li accudisce e verso la società.”

La sterilizzazione dei gatti è infatti l’unico strumento per controllare le nascite e per combattere l’abbandono e il randagismo. Si stima infatti che, solo in Italia, vengano abbandonati quasi mezzo milione di gatti ogni anno. Inoltre, le gatte randagie partoriscono cuccioli deboli e malati, destinati a vivere con difficoltà o a morire molto presto.

È dunque sbagliato ritenere che la sterilizzazione sia una forma di violenza verso gli animali. A meno che non si sia un allevatore o non si abbia il desiderio di avere cucciolate di gattini, la sterilizzazione porta molti benefici. Limita ad esempio l’insorgere di tumori e malattie nel gatto, come l’immunodeficienza o la leucemia felina. Inoltre, il micio sterilizzato è meno aggressivo e irrequieto.

Dunque, sterilizzare non è una scelta “contro natura”, né un sopruso verso il tuo animale preferito. Sarebbe un crimine, piuttosto, lasciare tanti cuccioli a una sorte incerta.

Sterilizzare il gatto: la convalescenza post-operatoria

La convalescenza post-operatoria del gatto cambia parecchio da maschio a femmina. La natura dell’operazione è ovviamente differente e differenti sono dunque anche i tempi di recupero.

La convalescenza delle gattine è più delicata: la sterilizzazione delle femmine prevede infatti un’operazione invasiva. Dopo l’anestesia, la gatta sarà annebbiata e proverà dolore. Bisognerà quindi lasciarla tranquilla, magari posizionando la sua cuccia in un posto isolato. La lettiera deve essere vicina a lei, in modo da evitarle movimenti faticosi. Il collare elisabettiano che dovrà indossare per qualche giorno servirà a evitare che si lecchi la ferita, peggiorando la lesione.

Nel caso dei maschi, la fase post-operatoria è invece più semplice da gestire, poiché l’intervento non è di tipo invasivo. La ripresa è rapida e, dal momento che non ci sono punti, non c’è neanche bisogno di mettergli il collare elisabettiano.

La dieta del gatto dopo la sterilizzazione

Dopo l’intervento di sterilizzazione, il metabolismo del gatto rallenta notevolmente, specie quello dei maschi. Come per le persone, un’alimentazione corretta è cruciale per evitare che il nostro amico vada completamente “fuori forma” o che soffra di calcoli e cistiti.

Il consiglio è quello di fargli mangiare croccantini con un basso contenuto di minerali e, in generale, limitare la quantità della “pappa” quotidiana.